Topazio,
Perla, Giada e Ambra sono quattro sorelle che si sono perse di vista da tempo.
Il loro legame, un tempo solido, si è sgretolato in seguito alla morte del
padre, un orafo molto apprezzato, e tutte e quattro, ormai, sembrano avere in
comune solo i loro nomi, quelli di alcune pietre tra le più preziose, ma
ugualmente molto diverse, proprio come loro. Luisa, la loro madre, una donna
egoista e anaffettiva, non ha dato loro il sostegno necessario per crescere col
giusto equilibrio e le quattro sorelle hanno finito per separarsi, mantenendo
solo rapporti di circostanza e ritrovandosi invischiate in esistenze vuote,
incapaci di credere in loro stesse. L’unica diversa dalle altre è Ambra che,
assieme a Giada, si è rifugiata tra le braccia della zia Elia, conoscendo così
l’affetto di una famiglia e diventando una donna consapevole di sé stessa e del
proprio futuro, che è in grado di esplorare la propria sensibilità. Il ricordo
delle estati passate in campagna insieme alla zia sarà sufficiente ad Ambra
perfino per riconoscere l’amore della sua vita senza lasciarselo sfuggire.
“La
collina dei girasoli”, Edizioni Esordienti E-book è il nuovo romanzo di Lorena
Marcelli. Evocativa e coinvolgente, quella raccontata dall’autrice è una storia
semplice, ma intensa, narrata con uno stile scorrevole, ma ricercato. I veri protagonisti sono il senso di
appartenenza e di fiducia in noi stessi che devono farci spiccare il volo nella
vita, consentendoci di tornare nella nostra terra d’origine con il sorriso di
chi ha realizzato i propri sogni con soddisfazione e orgoglio, avendo la
consapevolezza che la nostra casa si trova accanto alle persone che amiamo,
gemme più preziose delle pietre più rare.
Quattro sorelle che hanno
il nome di altrettante pietre preziose in cerca ognuna del proprio riscatto da
una situazione familiare difficile: inizia così “La collina dei girasoli”,
Edizioni Esordienti E-book. Raccontaci la genesi di questo romanzo, cosa ti ha
ispirato durante la stesura?
Il
romanzo è nato intorno ai ricordi della mia infanzia e adolescenza. Ho passato
molte delle mie estati in una casa simile a quella de “La Collina dei
girasoli”, in compagnia di una zia di una mia cara amica e dei suoi nonni, in
un ambiente che sapeva davvero di buono e di amore familiare. A distanza di
tanti anni, quando pensai al romanzo, decisi di usare qualche ricordo e qualche
episodio da inserire all’interno di una dinamica familiare che vedeva coinvolte
quattro sorelle. Io di sorelle ne ho, appunto, quattro e mi sono ispirata al
nostro rapporto, per narrare quello delle sorelle Diamante. Non è un romanzo
autobiografico, come ho già detto, ma un romanzo nel quale tutte le persone che
hanno sorelle possono ritrovare un po’ del loro rapporto, che non sempre è
idilliaco.
Chi sono Ambra, Giada,
Perla e Topazio, le quattro protagoniste del tuo libro così profondamente
diverse tra loro? Come le definiresti e, in generale, come delinei i personaggi
dei tuoi romanzi?
Le
sorelle Diamante siamo un po’ tutte noi. Quattro donne che crescono all’interno
di una famiglia che le allontana l’una dall’altra e che compiono scelte diverse
per motivi diversi. Quattro sorelle che non riescono a comprendersi e ad amarsi
per l’intero corso della loro esistenza e che non cercano nemmeno di farlo, in
realtà. Solo Ambra e Giada rimangono legate tutta la vita, cercando di non
recidere le loro deboli radici.
Quando
scrivo cerco di rendere i miei personaggi quanto più veri possibile. Studio le
persone che ho intorno, appunto il loro modo di parlare, di gesticolare, di
camminare. Cerco di memorizzare le loro espressioni, il modo di comunicare e di
gestire le relazioni interpersonali. Prendo spunto dalla realtà e riporto la
stessa sulla carta, tentando di creare personaggi credibili. Soprattutto cerco
di rendere i miei personaggi “poco perfetti”, proprio come ognuno di noi è
nella realtà.
Quando e da dove nasce la
tua esigenza di scrivere? Che scrittrice sei: segui l’ispirazione in qualunque
momento della giornata o hai un metodo ben preciso al quale non puoi
rinunciare?
Scrivo
da moltissimi anni, anche se, fino a cinque anni fa, ho tenuto chiuso il
cassetto dove riponevo le mie storie. Non mi sono mai sentita all’altezza della
situazione e pensavo che i miei racconti e il mio modo di scrivere troppo
lineare ed essenziale, non potessero interessare a nessuno. Poi ho frequentato
un corso di scrittura e ho capito che avevo delle potenzialità. Ho imparato che
la tecnica è indispensabile e che l’ispirazione, senza quella, conta ben poco.
Allora ne ho frequentato un altro e un altro ancora. Io sono una perfezionista
in tutto quello che faccio e cerco di esserlo anche quando scrivo. Prima di
iniziare la stesura di un romanzo preparo le schede personaggi, il riassunto
della storia e studio il periodo storico nel quale ho deciso di ambientarlo.
Vado a sentire le canzoni dell’epoca, per esempio, e a rileggere i fatti di
cronaca più importanti. Be’, come vedi, non posso dire di essere una scrittrice
solamente “ispirata”.
In questo romanzo sono
evidenti il tuo attaccamento alla tua terra d’origine, l’Abruzzo, e a un ideale
forte di famiglia a sostegno di ogni individuo. Come ti hanno ispirata questi
valori nella tua esperienza di autrice?
Abruzzo
forte e gentile. Fu Primo Levi a ideare questa espressione, per farne il titolo
di un suo racconto di viaggio. Credo che non ci sia, davvero, un’espressione
più felice per definire la mia terra e i suoi abitanti. Sotto una scorza dura,
dentro ognuno di noi batte un cuore dolcissimo, pieno di valori e sentimenti
puri e nobili. Qui la famiglia ha ancora un ruolo importante, così come sono
ancora importanti i rapporti di vicinato. Nei miei racconti, dunque, inserisco
sempre un po’ di Abruzzo e della sua gente, così come inserisco sempre
l’Irlanda, che adoro. E, se anche non volessi, la mia origine abruzzese si fa
sempre sentire.
A cosa stai lavorando
attualmente? Svelaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.
In
questo momento sono in pieno fermento. A breve uscirà un nuovo romanzo di
narrativa. Il titolo provvisorio è “Un’altra direzione” e racconta la storia di
una donna che, nonostante non abbia mai avuto una vita serena, riuscirà a
trovare la forza per risollevarsi. Poi sto sistemando uno dei romanzi che mi ha
impegnato di più negli ultimi quattro anni. È uno storico, basato sulla vera
storia di Alice Kyteler, la strega di Kilkenny. Ho tradotto dal latino l’intero
processo e sono riuscita, almeno credo, a scrivere una storia molto
interessante e avvincente. D’altronde una donna come Alice Kyteler andava fatta
conoscere al pubblico e, io che amo le donne forti e indomite, non potevo non
narrarla. Adoro il periodo medievale e, nello specifico, il medioevo irlandese
e per me lo studio dei vecchi atti processuali è stato un divertimento. Spero
che anche questo nuovo romanzo possa essere pubblicato entro la fine dell’anno
corrente.
Nessun commento:
Posta un commento