Il
connubio tra Storia dell’Arte e Narrativa è una delle forme di storytelling più interessanti e
sorprendenti che la letteratura di genere abbia sperimentato negli ultimi anni.
Può sembrare un’affermazione azzardata, visto che opere d’arte e monumenti sono
da sempre muti protagonisti di grandi
romanzi, attorno ai quali ruotano vicende che hanno fatto la Storia della
nostra Letteratura, ma la risonanza che questo espediente sta avendo sui grandi
numeri dei gruppi editoriali di tutto il mondo ha avuto un aumento vertiginoso,
almeno da quando un noto scrittore
statunitense ha deciso di mettersi a studiare le opere di Leonardo Da Vinci
e di costruirci attorno un mistero da risolvere. O meglio, da quando hanno
deciso di farci un film con un ancor più
noto attore statunitense.
Ma
lasciamo da parte paragoni audaci. Una cosa è certa: da sempre, quando un’opera
d’arte è protagonista di un intreccio di fantasia scritto con passione, è
impossibile non rimanerne stregati sin dalle prime pagine. Che si tratti di un mistery o di un romance poco importa. E quando a scrivere è qualcuno competente,
che di Arte ne capisce davvero e quindi ha tutte le carte in regola per mettere
la cultura a servizio della fantasia, questa unione magica è irresistibile.
È
esattamente questo che accade appena si inizia a leggere “Ma liberaci dal male”, Sperling
& Kupfer, il primo romanzo dello Storico dell’Arte Costantino D’Orazio.
Dopo
averci deliziati con le sue monografie dedicate a Caravaggio, Leonardo e
Raffaello, caratterizzate da uno stile semplice e colloquiale, ma puntuale e
attento, in grado di far entrare i lettori nel cuore della poetica più profonda di questi artisti così complessi, Costantino D’Orazio
si è cimentato con una storia di fantasia che, però, ruota attorno agli
affreschi della cosiddetta Aula Gotica dei Ss. Quattro Coronati, recentemente
scoperta. La protagonista della storia, l’ingenua, ma curiosa Virginia si rende conto che all’interno di questo ambiente così ricco di fascino,
accadono cose impensabili, che, pian piano sarà lei stessa a svelare al
lettore, in un crescendo di emozioni.
Chi,
oltre ad averne apprezzato i saggi e i programmi televisivi, abbia avuto il
piacere di ascoltare dal vivo
Costantino D’Orazio durante una delle sue lezioni o delle sue visite guidate,
sa bene la grande capacità dell’autore di trasmettere coinvolgimento e
interesse verso le storie che racconta e non faticherà a riconoscere anche in
questo romanzo l’entusiasmo che ne contraddistingue la penna, vibrante, ma
delicata, e la costruzione, solida, ma sufficientemente originale.
Virginia,
l’eroina protagonista del romanzo, è una giovane coraggiosa e determinata. Non
è una fede profonda a spingerla a ritirarsi in Convento, ma la ricerca del
proprio posto nel mondo, nel tentativo di mettere freno al suo stesso
temperamento tormentato. Tuttavia alcuni
strani segnali delle monache turbano la sua nuova vita all’interno delle mura
della Basilica, tra preghiera e silenzio. Solo la passione di Virginia per la
Storia dell’Arte continua a farla sentire viva e, quando grazie all’aiuto del
misterioso Andrea, un giovane in apparente ritiro spirituale, verrà a
conoscenza di una stanza affrescata celata all’interno del Convento, dove
accadono cose insolite, le vite di entrambi saranno destinate a cambiare per
sempre, in un crescendo di trepidazione, fino a un epilogo imprevedibile.
Uno Storico dell’Arte prestato alla Narrativa, anche se, in
fin dei conti, non sei riuscito a stare troppo lontano del tuo mondo neppure
questa volta! Come nasce l’esigenza di scrivere “Ma liberaci dal male”,
Sperling & Kupfer, un romanzo che ha tra i suoi protagonisti soprattutto gli affreschi dell’Aula Gotica dei Ss.
Quattro Coronati? Cosa ti ha ispirato durante la stesura?
Io
sono affascinato dal dubbio e dalla scoperta, due elementi che spesso convivono
nell'Arte. Direi che cerco soprattutto quelle opere che suscitano domande e non
danno risposte sempre chiare e definite. Una qualità che troviamo sia nell'arte
antica, che in quella contemporanea.
Gli
affreschi nascosti all'interno del Monastero dei Ss. Quattro Coronati sono
ancora oggi un vero enigma. Mi sono parsi subito un soggetto che non avrei
potuto esaurire con un saggio, perché avrei tradito il loro fascino e la loro
identità. Così ho pensato che un'avventura fosse il modo migliore per farli
conoscere.
Dopo numerosi saggi,
facciamo un bilancio di questa prima esperienza da romanziere: che autore sei?
Come definiresti Virginia, la protagonista della storia, e in che modo hai
costruito tutti gli altri personaggi di fantasia? Pensi che tornerai a
cimentarti con la narrativa in futuro?
Sono
un autore onnivoro, se così si può
dire. Credo di aver attinto da tanti generi per questo romanzo: il thriller, il
giallo, il romanzo di formazione, l'avventura, il dramma... la verità è che
credo che, per il momento, sia prematuro trarre un bilancio da questa
esperienza...
Virginia
mi ha permesso di mettermi nei panni di tutti quegli appassionati d'arte che
guardano le opere spinti dalle loro emozioni, senza avere il filtro, spesso
micidiale, della conoscenza. È attratta dagli affreschi, ma non sa come
collocarli nella storia. In lei rivedo tante persone a cui parlo tutti i
giorni, curiose, interessate e libere di interpretare l'arte con il proprio
cuore.
Se
tornerò a dedicarmi alla narrativa? Esiste già un'altra storia, ma non so se e
quando diventerà un libro.
L’arte in Tv: se ne parla
abbastanza e nel modo giusto? Essendo tra i divulgatori più amati del settore,
pensi che bisognerebbe dedicare più spazio a questi temi, soprattutto in un
Paese ricco di Storia come il nostro? E come?
Senza
dubbio bisognerebbe dedicare più spazio all’arte in televisione. Bisognerebbe
però investire in programmi culturali con mezzi adeguati, come quelli degli Angela.
Altrimenti, il rischio è sempre quello di proporre un'offerta poco competitiva
e attraente. La televisione è uno strumento con un proprio linguaggio, che non
può essere tradito.
In
Italia, purtroppo, sono ancora molto rare queste occasioni.
Raccontaci il tuo
percorso come Curatore del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma: c’è un
episodio, un aneddoto, una storia che è rimasta particolarmente impressa nel
tuo cuore di uomo, oltre che di studioso?
Ogni
volta che incontro Marisa Merz, eccezionale artista a cui abbiamo dedicato una
commovente mostra al Macro, per me è un'esperienza straordinaria. Il regalo più
prezioso che questo lavoro meraviglioso potesse farmi!
A
cosa stai lavorando attualmente? Svelaci quali sono i tuoi progetti per il
futuro.
Sarà un'estate intensa:
dal 12 giugno curerò una rubrica quotidiana dedicata alle meraviglie d'Italia
su Uno Mattina (Raiuno) e dal 15 luglio torna su Radio2 il mio programma Bella
davvero (ogni sabato e domenica dalle ore 12 alle 14), che quest'anno condurrò
con Catia Donini. E poi, sto lavorando ad un nuovo saggio, ma ne riparleremo
presto, spero.
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