Cos’è
l’Intelligence e quale sarà il suo futuro sul piano nazionale e internazionale?
Che ruolo ha oggi nella costruzione della pace, tra il fallimento della
Globalizzazione, il perdurare della crisi economica e la sempre maggiore
diffusione di mondi paralleli digitali e virtuali? Ma, soprattutto, cosa ne
sanno i cittadini? Forse ancora troppo poco, visti i tanti luoghi comuni e la
scarsa informazione in merito.
A
queste e molte altre domande, tuttavia, cerca di rispondere con un linguaggio
semplice e diretto, realmente alla portata di tutti, Antonella Colonna Vilasi, Presidente del Centro Studi sull’Intelligence – Scienze Strategiche della Sicurezza,
U.N.I., un ente nato con la volontà di intensificare gli studi e la
divulgazione di queste tematiche e che sta acquisendo sempre maggior
autorevolezza in queste attività.
Pioniera
degli studi sull’Intelligence nel nostro Paese, Antonella Colonna Vilasi ci ha
spiegato le genesi de “Il ruolo
dell’Intelligence nella costruzione della pace”, Libellula Edizioni, l’ultimo di una serie di testi in cui ha
raccolto articoli e scritti di sociologia politica e relazioni internazionali
inerenti il tema dell’Intelligence.
Spaziando
dalla Primavera Araba, alla situazione nel Mediterraneo, fino allo studio della
cosiddetta Virtual Intelligence, l’autrice analizza quale sarà il futuro
dell’Intelligence sul breve e sul lungo periodo, cercando di rivolgersi a un
pubblico non solo di esperti, studiosi e addetti ai lavori, ma anche e
soprattutto di semplici curiosi,
senza perdere precisione e scientificità del linguaggio e dei contenuti e
aprendo squarci di luce su una tematica complessa, ma comunque sempre più
accessibile.
Quando si pensa al ruolo
dell’Intelligence nel panorama internazionale, la scarsa informazione che c’è
in merito apre nella nostra mente scenari più simili a una pellicola americana,
che alla realtà dei fatti. Cos’è, invece, l’Intelligence e di cosa si occupa, con
particolare riferimento alla costruzione della pace?
L'Intelligence
è il prodotto, a valore aggiunto, che risulta dalla raccolta, integrazione,
analisi, valutazione e interpretazione di tutte le informazioni disponibili che
riguardano uno o più aspetti di una necessità decisionale e che è
potenzialmente significativo per una scelta decisionale.
Partiti
da questo concetto, l'Intelligence tutela la sicurezza nazionale e gli
interessi nazionali, garantendo anche, tuttavia, assetti geopolitici di
stabilità che altrimenti sarebbero, giocoforza, in mano a vari attori e
co-attori nazionali ed internazionali.
Di cosa si occupa il
“Centro Studi sull’Intelligence – Scienze Strategiche della Sicurezza” (U.N.I.)
di cui è Presidente? Facciamo un bilancio delle attività svolte, degli
obiettivi raggiunti e dei traguardi futuri.
Il
Centro Studi U.N.I. è un ente riconosciuto dal MIUR, dal MISE e dalla Commissione
Europea. Partecipa ai bandi della Commissione Europea ed è vincitore del bando
di concorso nell'ambito delle azioni Marie Sklodowska-Curie della Commissione
Europea Horizon 2020 per la ricerca internazionale. Si tratta, quindi, di un
ente collegato a un network di università statali non europee e americane.
Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti finora, sia a livello,
nazionale, sia a livello internazionale.
Dalla Globalizzazione,
alla Primavera Araba, passando per le nuove frontiere virtuali, si è occupata
di molte tematiche in numerose pubblicazioni in modo divulgativo e puntuale, in
qualità di pioniera nel nostro Paese. Quale sarà il futuro dell’Intelligence
sul breve e sul lungo periodo in base ai suoi studi?
Attualmente
le agenzie di Intelligence stanno investendo molto nelle attività di
comunicazione istituzionale. Molte agenzie hanno un sito ufficiale dove vengono
anche annunciate e pubblicate le posizioni organizzative disponibili in merito
all'offerta di lavoro. Il futuro dell’Intelligence sul breve e sul lungo
periodo sarà determinato dagli sviluppi della politica, dell'economia e della società,
sia a livello locale che globale.
Qual è la percezione che
ha l’opinione pubblica sul ruolo dell’Intelligence nel nostro Paese? Il
cittadino sta acquistando maggior consapevolezza?
Come
dicevo, nel nostro Paese la tendenza attuale va sempre più verso una maggiore
apertura e quello, che prima era impossibile, vale a dire che il direttore del
Mossad oppure dell'Mi6 tenessero una conferenza pubblica, è ormai una realtà.
Informarsi è sempre più semplice e alla portata di tutti.
A cosa sta lavorando
attualmente? Ci spieghi quali sono i suoi progetti per il futuro.
Il
mio percorso segue le traiettorie degli sviluppi degli Studi di Intelligence
contemporanei, cercando di apportare nuove piccole tessere alla dottrina
Intelligence, cosa che, naturalmente, continuerò a fare anche in futuro.
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