domenica 6 novembre 2016

Valeria Montaldi: professione scrittrice, tra giornalismo e narrativa


Dopo una brillante carriera giornalistica durata oltre vent’anni passati a raccontare eventi culturali di ogni tipo e a intervistare personaggi del mondo dell’arte a tutto tondo, Valeria Montaldi ha deciso di dedicarsi alla narrativa, assecondando la sua naturale sensibilità verso la storia e la fantasia. A partire da “Il mercante di lana”, pubblicato da Piemme nel 2001, tutti i suoi romanzi, editi anche all’estero, hanno avuto un grandissimo successo di critica e di pubblico, rimanendo per settimane ai primi posti delle classifiche e coinvolgendo migliaia di lettori appassionati di romanzo storico e non solo, grazie alle ambientazioni ammalianti, ricostruite in modo impeccabile, e ai personaggi sempre credibili e coraggiosi.
“La randagia”, Piemme, l’ultimo romanzo di Valeria Montaldi, l’ha definitivamente consacrata tra le più abili autrici italiane a coniugare con grande sapienza ed efficacia generi apparentemente inconciliabili, come il romanzo storico e il giallo, sviluppando storie parallele tra il Medioevo e i giorni nostri. Tutto inizia nel lontano 1494, Britta è una giovane indomita e indipendente, che vive sola nei boschi di Machod e aiuta gli abitanti dei villaggi vicini grazie alla sua impareggiabile conoscenza delle erbe, finché non viene accusata di essere una strega. Molti secoli dopo, nel 2014, Barbara Pallavicini, una studiosa di storia medievale, sta compiendo delle ricerche nei sotterranei di un castello della Valle d’Aosta, quando scopre il cadavere di una giovane donna del luogo, il cui omicidio nasconde un oscuro mistero. Riuscirà Barbara a ricucire le trame strappate del tempo e a venire a capo di questa intricata vicenda che sembra affondare in un oscuro passato? Al suo fianco ci sarà una fitta rete di personaggi memorabili, tra cui il Maresciallo Giovanni Randisi, deciso quanto lei a risolvere il caso a ogni costo. Un romanzo indimenticabile, ricco di colpi di scena fino all’ultima riga.



Dopo una brillante carriera giornalistica, ti sei dedicata alla narrativa con l’entusiasmo e l’impegno che ti contraddistinguono. Raccontaci le motivazioni di questa scelta: cosa ti ha spinto e cosa ti ha ispirato?

È molto semplice: volevo capire se sarei stata in grado di scrivere un romanzo. La scrittura d’invenzione è un’attività ben più impegnativa del giornalismo: richiede impegno, disciplina, pazienza, continuità, grande severità verso se stessi. Non sapevo se ci sarei riuscita, ma quello che mi sento di affermare è che, fin da subito, ho capito quanto mi fossero stati utili i venticinque anni passati a scrivere articoli: il giornalismo insegna a non “sbrodolare” il testo, ad asciugarlo il più possibile, ma, soprattutto insegna a osservare. Mentre intervisti una persona, la guardi, la ascolti, spii le sue reazioni alle tue domande: insomma la studi. Il che torna poi utile quando devi dar vita a personaggi d’invenzione e vicende che abbiano credibilità: cura da non sottovalutare, perché il rischio di creare figure e situazioni inverosimili è sempre in agguato. 

Quando e da dove nasce la tua esigenza di scrivere a tutto tondo? Che autrice sei: segui l’ispirazione in qualunque momento della giornata o hai un metodo ben preciso al quale non sai rinunciare?

Ho sempre letto e scritto molto, sia nell’infanzia che nell’adolescenza. Fin da allora, mi piacevano le trame ben costruite, con personaggi in grado di intrecciare le loro storie in modo naturale, senza artifici di sorta. Quanto alla cosiddetta ispirazione, per quanto mi riguarda, non esiste: quando decido di cominciare un nuovo romanzo, rifletto a lungo prima di stabilire l’argomento di cui scrivere. È un ripensamento continuo: le idee possono essere tante e prima di trovare quella giusta ci vuole tempo. Alla fine, però, la si scova da qualche parte, la si fa propria e finalmente si comincia a costruire una trama. È ovvio che, seguendo questo metodo, non tutte le giornate danno buoni frutti, ma di solito la perseveranza è premiata.

Sappiamo che per la stesura di un romanzo storico è necessario un lungo periodo di ricerca: come si struttura il romanzo storico perfetto? Come gestisci l’intreccio tra storie ambientate in epoche differenti e l’interazione tra personaggi storici e di fantasia?

La documentazione deve essere accurata, perché è facilissimo commettere errori, anche grossolani. Generalmente, strutturo i miei romanzi in modo che la trama scorra su piani ambientali e temporali diversi: il che significa alternare capitoli in cui vicende apparentemente slegate fra loro si incastrino a poco a poco, creando un tutto unico. In quest’ottica, sono i personaggi di fantasia ad avere la meglio: quelli storici, seppur presenti e ampiamente documentati, restano relegati al ruolo, spesso significativo, di comprimari. Credo che, qualunque sia il periodo storico di cui si parla, le passioni umane, positive o negative, siano sempre le stesse: non è quindi difficile far diventare il presente uno specchio del passato, e viceversa.

È ancora possibile oggi, secondo te, fare della scrittura una professione a tempo pieno, a prescindere dall’ambito? Cosa significa collaborare con grandi e piccoli editori? Dai un suggerimento a un giovane che volesse seguire le tue orme.

Per me la scrittura “è” una professione a tempo pieno e, oggi come oggi, non potrei farne a meno. È la mia vita, la mia passione, il mio modo di analizzare me stessa e il mondo che mi circonda. Attualmente non vedo grandi differenze fra grandi e piccoli editori, il mercato è avaro di soddisfazioni per tutti: per questo, l’unico consiglio che mi sento di dare a chi volesse intraprendere il mio stesso mestiere è quello di bussare a molte porte, senza precludersene nessuna. Nonostante la crisi che stiamo vivendo, è difficile che un editore serio si lasci scappare uno scrittore promettente.


A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.


Sto cominciando il mio nuovo romanzo, cos’altro dovrei fare, del resto? E il mio programma è scriverlo il meglio possibile!


www.valeriamontaldi.it



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