Giulia
Abbate, romana, classe 1983, non è un’autrice qualsiasi, ma una che ha studiato e tanto. Se in un vero
e proprio ‘oceano’ di romance di tutti i tipi, ne state cercando uno che vi
rimanga dentro anche dopo aver ultimato la lettura, non solo per la storia
d’amore, ma soprattutto per lo stile e la capacità di rievocare le
ambientazioni medievali e il senso di precarietà che la vita dell’epoca doveva
suscitare, soprattutto per le donne, “La
cospirazione dell’Inquisitore”, Leggereditore,
è ciò che fa per voi.
Dopo un paio di interessanti incursioni
nella fantascienza, infatti, Giulia Abbate riesce a impadronirsi delle regole e
delle atmosfere del romance storico con una destrezza e un’abilità, che fanno
scorrere la lettura della storia d’amore fin troppo velocemente, tra avvincenti
colpi di scena e ricostruzioni puntuali, ma mai prolisse.
Il romanzo racconta la storia di Elisa,
bella e indomita vedova poco più che ventenne che, all’alba del XIV secolo, è
rimasta vedova del signore del feudo degli Altoviti, nell’Italia centrale,
caduto in una crociata, e ha dato alla luce una bimba già orfana che ha chiamato
Matilde. Sono passati quasi dieci anni da quell’evento tragico che ha segnato
per sempre la vita di Elisa, la quale, secondo le usanze del tempo, avrebbe
fatto bene ad affidare la figlia ai cognati, i nuovi signori, e a ritirarsi in
convento. Ma Elisa, donna determinata e anche un po’ ribelle, non si è mai
sottomessa a questa tradizione e continua a occuparsi della figlia, coperta dal
suo velo nero e dalle vesti perennemente in lutto.
Tutto sembra destinato a ripetersi sempre
uguale in quel piccolo borgo di un’Italia lontana nel tempo, finché Gisella, la
più cara amica di Elisa, una donna dall’indole forse troppo libera per l’epoca,
esperta di erbe e di rimedi naturali, viene arrestata con l’accusa di
stregoneria e un affascinante e misterioso inquisitore, di nome Riccardo,
giunge al castello per indagare e decidere se dovrà svolgersi un processo. Nonostante
Riccardo sia un monaco e un predicatore ammaliante, non nasconde affatto il suo
passato di cavaliere e veste spesso con gli abiti del mondo. Elisa ne resta subito misteriosamente affascinata e
turbata allo stesso tempo e Riccardo sembra ricambiare la sua attrazione, ma la
giovane ha la sensazione che ci sia molto altro che l’uomo le sta tenendo
nascosto. Tra passioni proibite, banchetti, agguati, duelli e fughe, solo una
cosa è certa: la vita di Elisa e Riccardo sembra destinata a cambiare per
sempre.
La narrazione occupa uno spazio temporale
di nove giorni, che coincidono con la novena che Elisa decide di dedicare alla
Madonna all’inizio del romanzo, pregando per la salvezza dell’amica Gisella, ma
anche per la sua stessa vita che sente sempre più appesa a un filo e per un
futuro migliore per se stessa e per sua figlia. Questa scansione temporale
ricostruisce al meglio l’atmosfera medievale, un periodo difficile per le
donne, nel quale il tempo sembrava scorrere sempre uguale a se stesso, ma in
cui, ugualmente, era possibile perdere tutto da un momento all’altro, a causa
delle continue faide e lotte per il potere maschile, per cui le donne erano
spesso solo semplici pedine. All’interno di questo contesto raccontato in modo
credibile e piacevole, la storia d’amore tra Elisa e Riccardo è incastonata
come una perla che brilla per la passione e la semplicità, ma, non oscura tutto
il resto, inserendosi come ‘protagonista’, senza essere ingombrante, in un
romance storico che, a tutti gli effetti, per lo stile, l’apparato descrittivo,
la costruzione dei personaggi e dei dialoghi, non ha nulla da invidiare a quei
romanzi storici in cui l’amore è lasciato solo sullo sfondo.
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