Durante
è un giovane laureato bolognese che, per sbarcare il lunario, tutti i giorni
salta sulla sua bicicletta e fa consegne a domicilio per un ristorante di
dubbio gusto per il quale lavora come tuttofare. Una pedalata dopo l’altra,
consegna dopo consegna, Durante racconta e riflette sulla quotidianità della
propria città, testimone per nulla oggettivo di una vita a velocità sempre più
accelerata, in cui relazioni ed esperienze si consumano ormai troppo in fretta.
Accanto a lui ci sono Libera, la sorella maggiore, sognatrice e ottimista e i
genitori, ben lontani dall’essere i perfetti e imbattibili supereroi che ogni
figlio vorrebbe, e una gran quantità di amici, nemici, vicini, conoscenti,
tutti alla ricerca della propria felicità. Inizia così “Coràio!”, Augh! Edizioni,
il secondo romanzo di Andrea Gasparini.
Evocativo
e poetico, ma anche originale e diretto, graffiante e satirico, lo stile di Andrea
Gasparini è sorprendentemente ricco di
spirito critico e ironia, proprio come il carattere di Durante, il testardo protagonista
della storia, a tratti surreale, a tratti bizzarra, che apre una finestra sulla
routine di tutti noi, attraverso i punti di vista dei vari personaggi. Con
questa fiaba moderna, così simile e, allo stesso tempo, così diversa dalla vita
di ciascun lettore, Andrea Gasparini sa essere divertente, ma fa anche
ragionare e riflettere, senza essere didascalico, né saccente. Il suo Durante vive un’esistenza stravagante
e ai limiti del grottesco, nonostante abbia tanti punti in comune con molti
suoi coetanei in carne e ossa, eppure è testimone fedele di una realtà alla
quale siamo talmente assuefatti, da non comprenderne le bislacche assurdità. Questo
romanzo, infatti, pur avendo dei protagonisti forti e delineati a tutto tondo,
è, per certi aspetti, corale, perché è arricchito da un caleidoscopio
di personaggi nient’affatto secondari la cui vite si intrecciano, ma non mancano
di far percepire al lettore la profonda solitudine di ciascuno di loro. Un
senso di emarginazione che accomuna tutti e forse è caratteristico dei nostri
tempi, nei quali siamo tutti sempre
connessi, ma anche sempre più isolati.
“Coràio!”, Augh! Edizioni, è un romanzo emozionante e attuale,
evocativo e coinvolgente, che parla di famiglia, emancipazione, integrazione e
tradizione, mettendo tutto in discussione con la voglia di costruire qualcosa
di nuovo. Raccontaci la genesi di
questa storia: cosa ti ha ispirato durante la stesura? E cosa intendevi
trasmettere ai lettori?
Ho
scelto di scrivere una commedia grottesca perché volevo divertimi e far
divertire, ma soprattutto invitare i lettori a porsi delle domande
relativamente alle vicende narrate. Desideravo essere didattico senza annoiare,
per questo mi sono ispirato alla tradizione della commedia all’italiana e al
post-modernismo americano, trovando in un rider porta-pizze una figura
emblematica per il ruolo di protagonista, gli occhi perfetti per mostrare le
brutture e la bellezza che percepisco. Ai lettori, in particolar modo ai
disillusi, volevo quindi dare per iscritto una spinta propulsiva.
Quando e da dove nasce la
tua esigenza di scrivere? Che scrittore sei: segui l’ispirazione in ogni momento
della giornata o hai un metodo ben preciso al quale non puoi rinunciare?
Ho
iniziato a dedicarmi alla scrittura creativa durante l’adolescenza, volevo
trasmettere dei messaggi che si avvicinassero il più possibile alla forma dei
miei pensieri, e visto che non so né dipingere né tantomeno scolpire, sono
diventato romanziere. Appunto le ispirazioni su una Moleskine o dove capita,
anche sui biglietti dell’autobus per esempio, e nei fine settimana o quando ho
abbastanza energia per farlo, le strutturo in un racconto.
Durante, Libera, i loro
genitori e tutti i variopinti personaggi che ruotano attorno alla loro
esistenza costituiscono un vivace mosaico di personalità che rendono questa
opera decisamente corale. Presentaceli ciascuno con un aggettivo che li
caratterizza al meglio. In generale come delinei i personaggi, sia principali,
sia secondari, delle tue storie e le vicende che li coinvolgono?
L’aggettivo
che più si confà a Durante è caparbio, Libera è invece sognante, Anselmo
sbarazzino, Serena stoica, Orcocan simpatica, il Rabbino acuto, il Visciola
sensibile e il Moro furbo. E poi ci sono gli altri, a cui delego a voi
l’aggettivazione. I miei personaggi sono il risultato di una miscela delle
persone e personalità che conosco: Durante ha il mio carattere e il fisico di Mark
Zuckerberg, Libera ha i capelli di un’amica ed è speranzosa come una mia ex
collega e via discorrendo. Per quanto riguarda le vicende, racconto ciò che
accade attorno a me con onestà, dando risalto alle situazioni che credo siano
maggiormente significative per un motivo o per l’altro, vedi il racconto dello
sgombero o quello della coda davanti all’Apple store.
Nella storia che racconti
ogni personaggio cerca il proprio posto nel Mondo. C’è ancora posto nel Mondo
e, in particolare, nel nostro Paese, per gli scrittori, sia come
professionisti, sia come custodi della memoria di un popolo? Che suggerimento
daresti ai tuoi aspiranti colleghi scrittori, coetanei o più giovani, che
volessero intraprendere un percorso simile al tuo? Facciamo un bilancio della
tua esperienza fino a oggi.
La
perdita di memoria individuale e collettiva è uno dei temi che tratto nel
romanzo: in una società dove tutto si consuma rapidamente, quindi anche la
memoria, c’è assoluto bisogno di scrittori e scrittrici che verbalizzino ciò
che credono sia giusto permanga. L’invito che rivolgo ai miei colleghi di oggi
e domani è: non mollate, anche in un anfratto di mondo deve tuonare la vostra
voce.
A cosa stai lavorando
attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro e se stai già
lavorando a un terzo attesissimo romanzo.
Al
momento sto lavorando ad un thriller ambientato nella mia valle trentina di
origine (Primiero S. Martino di Castrozza) e continuo a portare a spasso per l’Italia
il reading tratto dal romanzo. Se volete maggiori informazioni a riguardo,
venite a uno degli spettacoli!
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